Capo o leader: che peso ha questa distinzione sul tuo lavoro?

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Capo o leader: che peso ha questa distinzione sul tuo lavoro?

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Capo o leader? Ti sei mai chiesta quale sia la differenza? Cosa hai scelto e cosa ti è capitato? Partiamo insieme da qui, ma ti avviso, sarà un post blog completamente diverso dal solito. Infatti, questo sarà una riflessione più profonda di altre, in quanto parliamo di un tema che diverse volte mi ha messa alle strette. 

Amo scrivere, amo lasciare ‘su carta’ le mie riflessioni e impressioni. Tutto quello che è social network lo vedo effimero, destinato a sfumare nel tempo, a perdere attenzione, anche da parte mia, anche quando sono io a scrivere. I social fanno parte di un tipo di comunicazione veloce, estemporanea, egocentrica se vogliamo e fuori contesto.

Il blog è discorsivo, personale, di valore. Mi permette davvero di dire la mia, di esprimere il mio punto di vista sui temi che sento più affini a me e al mio mondo di libera professionista, mamma, imprenditrice. Quando leggo il blog di altri professionisti dedico davvero il mio tempo a ciò che leggo e ti chiedo di fare lo stesso se deciderai di leggermi oggi.

Sono una leader?

In questo post ti voglio raccontare il mio ruolo, che è spesso quello di leader nella collaborazione con altre professioniste, e di quanto per tantissimi anni io abbia cercato di nascondere questo tratto della mia personalità per la paura di essere giudicata ‘troppo’. Scegliere un ruolo di leader è un atto di responsabilità e fa paura, perché tanta è l’esposizione che ne consegue, soprattutto emotiva. 

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Leader

Facciamo un passo indietro 

Tutte le volte in cui sono stata dipendente mi sono accorta che riuscivo davvero ad avere stima e fiducia nel mio capo solo se incontravo davanti a me una persona aperta al dialogo, pronta a mettersi in gioco e che avesse davvero percorso tutti i gradini della scala che lo aveva portato fino a lì. Non qualcuno che mi dicesse cosa fare e dettasse le regole, ma qualcuno disposto ad insegnarmi come farlo, a rispettare i miei tempi, ad attendere che il tempo fosse maturo. Qualcuno che si sedesse di fianco a me e non sopra di me, disposto ad investire su di me, tempo e formazione costante (ne ho parlato anche nel mio libro: Libera, salti e altre storie, corri è ancora disponibile su Amazon!).

Tutti i casi in cui ho avuto davanti qualcuno che mi stava dando ordini, senza riconoscere in lui /lei davvero la competenza, di fatto ho smesso di ascoltare, ho iniziato a scocciarmi e non sentire riconosciuto il mio valore e di lì a poco ho cercato sempre di cambiare ambiente e lavoro.

Capo o leader: qual è la differenza?

Un capo è direttivo. Detta legge. È tendenzialmente interessato al proprio profitto.

Un leader accompagna. Mostra la direzione, in modo assertivo, che è ben diverso da imporre la propria visione. Guida. Ascolta le persone che sceglie come collaboratori, si prende del tempo per conoscere i loro punti di forza e i loro punti deboli. Aiuta a sviluppare talenti e istruisce quando serve, se ha le competenze in quel determinato settore. Altrimenti studia percorso e risorse per mettere a proprio agio le persone intorno a sé e mostrare strade da percorrere e alternative. Fondamentalmente comunica continuamente e si mette in gioco, al pari di chi sta intorno a lui mantenendo un ruolo di guida.

Il capo

Capo o leader, entrambi prendono decisioni. Continuamente. 

Ma è il modo che fa la differenza: cambia il mindset. Entrambi hanno carico mentale da sostenere, ma il primo non investe tempo a scoprire i processi che accompagnano al risultato, il secondo se ne preoccupa e occupa e si lascia guidare dall’intuizione oltre che dalla competenza. Entrambi dovrebbero mantenere calma e focus, ma per la mia esperienza questa è una dote di chi è in continua evoluzione, si prende spazio per riconoscere le proprie emozioni e investe continuamente per capire dove finisce lui e inizia l’altro. È una questione di autocritica, rispetto ed onestà intellettuale. Per lo meno questo è il modo in cui io vivo il mio ruolo di leadership in diversi ambiti, non solo quello lavorativo.

La leadership si può allenare

La leadership si può allenare, ed è qualcosa che allo stesso tempo nasce da dentro. Ti deve piacere prenderti la responsabilità di guidare un team, diventare un punto di riferimento, prenderti cura delle relazioni intorno a te cercando sempre di portare innovazione e ispirazione. Devi necessariamente prepararti a ridisegnare continuamente limiti e confini delle tue capacità, prendendo in considerazione la possibilità di fallire, oltre a quella di avere successo.

Leadership e percorsi di crescita personale nella mia esperienza vanno a braccetto: ad ogni step di consapevolezza su me stessa, per ogni volta che ho imparato a leggere le mie emozioni, a conoscermi, a capire come funzionano, sono migliorate non solo le mie capacità imprenditoriali ma anche i rapporti con i professionisti intorno a me e alla mia professione. 

Creatività, collaborazione e comunicazione profonda, responsabilità per la mia parte di lavoro e co-responsabilità con il mio team, anche in caso di fallimento, sono alcuni degli ingredienti che fanno di me un leader.

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E ci ho messo tempo per accettare questa parola. Capo o leader, sono solo parole, quello che vince davvero è consapevolezza e voglia di farsi carico con tutto ciò che comporta.

‘Chi si loda si imbroda’

Ed eccolo, uno dei tanti detti che fin da bambina mi sono sentita ripetere. 

Come se avere un talento fosse qualcosa da nascondere per non rischiare di trovarsi in primo piano. La verità è che leadership non significa primeggiare, anzi. Ma l’ho capito solo con il tempo.

Non è l’essere più brava di qualcuno a fare qualcosa. Non significa in nessun modo essere migliore. 

Leader è una parola che mi fa paura tuttora e il motivo per cui per scrivere questo post ci ho messo settimana prima di prendere tra le dita la tastiera e iniziare a digitare di pancia. Senza definizioni, semplicemente con la mia esperienza e tutto quello che ho imparato fin qui. 

Mi fa paura perché non posso fare a meno di esserlo, è nella mia natura e una delle cose che mi riesce meglio e allo stesso tempo un atto di responsabilità grande.

Leader non è chi vuole primeggiare, è chi ha la visione

Lofacciodigital è nato dalla mia capacità di leadership nella sua primissima versione e non è stato certo il primo progetto nato così che ho portato avanti e ha preso vita. 

È tanto mio quanto delle collaboratrici che lavorano con me, con noi. È tanto mio quanto delle mie socie, anche se nasce, ormai due anni fa, da una mia idea. Eppure loro non stanno lì a chiedersi se sono capo o leader, ma con i fatti si affidano e si fidano di me.

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Il mio obiettivo è sempre stato quello di lavorare in squadra verso uno stesso obiettivo e ognuna per i propri obiettivi, scegliendo intorno a me persone con valori simili ai miei così che potesse essere arricchente per tutte. Win win. 

Fin qui ce l’ho sempre messa tutta perché potessimo essere tutte al centro. 

Non mi piace primeggiare, il mio obiettivo non è la mia realizzazione, ma quella dell’intero gruppo. Sento di avere successo davvero solo quando anche le persone intorno a me riescono ad ottenerlo.

Guidare e lasciarmi guidare dal loro talento

Ed è meraviglioso e spaventoso sviluppare sempre di più la capacità di guardare oltre, avere vision non solo per me, ma anche per il mio team verso un obiettivo comune. Ed è bellissimo strada facendo vedere chi sta intorno a te sviluppare sempre più capacità se motivato sui suoi punti di forza. E mi permette di imparare costantemente cose nuove, guidare e lasciarmi guidare dal loro talento.

Se c’è qualcosa che chiedo spessissimo a chi lavora con me è ‘sei felice? Ti piace quello che fai?’ . Ho imparato sulla mia pelle quanto sia importante sentire di essere nella direzione della propria passione e sentire l’eccitazione nel cuore mentre lavori. Lavorare felice è possibile, solo se hai intorno a te un ambiente che te lo permette. E se lavori felice, lavori meglio e la qualità di ciò che fai aumenta con il passare del tempo perché sei motivata, perché sei nel pieno del tuo potenziale, perché puoi davvero generare valore con il tuo lavoro. Lavori perché ti piace, non solo perché ti permette di guadagnare dei soldi. E c’è una bella differenza.

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Un team di donne , di libere professioniste, che lavorano felici di ciò che stanno facendo, come Lofacciodigital, è una rarità purtroppo, ma è anche ciò di cui vado più fiera in assoluto. È libertà. Libertà di espressione. Libertà di realizzare i propri sogni per tutte. Ed è confronto continuo, è condividere gli stessi valori. 

Questo non significa che sia tutto rosa e fiori, che non ci siano momenti difficili o crolli, piuttosto significa che quando ci sono ci si prende per mano, ci si ascolta e si cerca di uscirne più forti insieme. insomma, capo o leader, la differenza la fa il tuo approccio, come ti relazioni con gli altri, il valore che sai trasmettere alle persone che ti circondano.

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