Cambiare lavoro dopo la maternità: la scelta di 3 donne su 4

Cambiare lavoro dopo la maternità: la scelta di 3 donne su 4

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Si, hai capito bene, 3 donne su 4 in Italia decidono di cambiare lavoro dopo la maternità (dati diffusi da INL il 22 settembre 2021).

Cambiare lavoro dopo la maternità per me è stato inevitabile e a quanto dicono questi dati recentissimi, ma anche la mia esperienza da coach e strategist, come la mia di storia ce ne sono tante. Un po’ perché diventare mamma a tratti è come una porta in faccia. Ti si apre un portone certo, questo non toglie che ti faccia male e che qualcosa inevitabilmente si è chiuso per lasciare spazio ad altro. 

Certo non è così per tutte ma, dati alla mano, le donne che cambiano professione, che rivedono e modificano aspetti professionali dopo il parto, sono una percentuale che non possiamo ignorare

Cambiare lavoro dopo la maternità non è certo nei piani

Lo ammetto, prima di diventare mamma non immaginavo nemmeno lontanamente le difficoltà reali che un genitore incontra lavorativamente nel momento stesso in cui esiste una creatura che dipende da lui in tutto e per tutto, specialmente nei primi tre anni. E ho detto tre anni, non 3 mesi. L’idea di cambiare lavoro dopo la maternità non è nei piani di tante donne, e anche per me è stato più un percorso che sul finale mi ha portato a prendere questa decisione.

Il solo fatto che la maternità obbligatoria in Italia sia di 5 mesi, indicativamente 2 in gravidanza e 3 dopo il parto, e che per linee guida dell’OMS l’allattamento al seno debba essere esclusivo (nient’altro che latte di mamma quando è possibile, come dice Irene Vaticano consulente allattamento) fino ai 6 mesi, la dice lunga. 

Ricapitolando: nel nostro Paese, una mamma, per mantenere il 100% del suo stipendio, dovrebbe rientrare al lavoro ai 4 mesi appena compiuti del suo bambino, oppure ai 6 mesi se ha lavorato fino all’ultimo giorno prima del parto in gravidanza.

E al carico mentale di questa mamma chi ci pensa? Chi?

Lei non è più la stessa. 

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Purtroppo o per fortuna, è cambiata, si è trasformata, ha generato la vita, e se ne sta prendendo cura ancora in maniera davvero intensiva (a proposito ti consiglio di leggere La maternità è un master). Probabilmente non dorme, ha gli ormoni in subbuglio e si sente anche un po’ confusa delle volte. Basterà il rientro graduale? Basteranno le ore di allattamento per farle trovare la serenità di cui avrebbe bisogno per prendere il ritmo e svolgere contemporaneamente due lavori? 

Uno, il più complesso ed entusiasmante, l’altro quello che non necessariamente dipende da lei, ma che la fa sentire spesso giudicata. 

Se lavori dipendente esistono ferie e permessi, certo. Ma siamo realisti: quante sono le aziende che veramente li concedono senza storcere in naso?

Tante donne si reinventano proprio dopo la maternità!

Ed ecco spiegato che non è certo casuale che proprio dopo la gravidanza si decida per un cambio di prospettiva professionale. Con il mio lavoro, ogni giorno, ascolto storie di mamme che al rientro dalla maternità non hanno più nemmeno trovato la propria scrivania, i propri turni, la propria sede, ritrovandosi a fare da tappabuchi, ricominciando da zero la gavetta.

E ben di più di questo spesso. E osservo davanti a me il coraggio di chi si è trasformatala paura di chi non ha certezze, la saggezza di chi sa di non voler tornare indietro perché ha sentito cosa si prova mentre si genera qualcosa che si ama davvero, che parte da dentro, che ti scorre sotto la pelle. 

Dare la luce è un atto creativo che spesso risveglia animi silenziosi. 

Cambiare lavoro dopo la maternità: perché no?

Il primo passo è sicuramente quello di creare un piano di azione (creare una strategia: scopri i miei percorsi di coaching) , soprattutto dal punto di vista economico. Perché uno stipendio in meno, in una casa dove è appena nato un bambino si sente, eccome. 

E nel piano di azione, ci può essere la disoccupazione presa come madre, NASPI, per licenziamenti entro il primo anno di vita. 

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E il solo fatto che esista questa possibilità la dice lunga su un problema che di fatto esiste, è sotto gli occhi di tutti: in Italia ci mettiamo una pezza prima di trovare una soluzione. È un vero e proprio problema sociale.

Cambiare lavoro, riadattarlo, o scegliere la libera professione è un atto di coraggio 

Si tratta di un’ uscita, tutta in un colpo, dalla famosa zona di comfort, e sui tratta anche di gestione del tempo, autostima e riuscire a trovare il modo di conciliare ambito familiare e lavorativo.

Perché diciamolo, anche i dati lo confermano che c’è tantissimo gender gap: così, mentre le donne che cambiano dopo la maternità sono ben 3 su 4 (con circa 33.000 dimissioni dalle lavoratrici madri); i papà sono appena e 9.565 a uomini (una percentuale diminuita rispetto al 2019, quindi a tendenza opposta).

Per qualcuno è follia lasciare un posto a tempo indeterminato magari per l’incertezza, per me è spirito di autoconservazione, quel desiderio profondo di amore verso se stesse e il proprio valore

L’atto di coraggio per me è rimanere quando le condizioni non ci piacciono, e quando tutto diventa un compromesso. 

Tutto il resto si chiama Libertà. 

Qualità della vita e del lavoro

La verità è che quando diventi mamma la qualità della vita non c’è (qui in Italia), o almeno non per la maggior parte delle donne. Così entri in una morsa, vedi i piccini e senti che stai perdendo tempo, pezzi di loro che non torneranno, e contemporaneamente ami lavorare e sentirti realizzata. Parte così la frustrazione, il non sentirsi più bene nelle vesti che indossavi prima della gravidanza ( e non parlo di abiti, parlo di vita).

Il tuo desiderio diventa “godere il più possibile della famiglia” dei tuoi piccoli, e ripescare un’idea magari abbandonata anni prima, sperando questa volta di farne un lavoro vero ( ti sta succedendo?).

Pensa ad un’occasione, perché in fondo, a voler guardare il bicchiere mezzo pieno è la cosa migliore che puoi fare.

Se il tuo lavoro precedente non rispecchia più le tue necessità devi trovare una soluzione, senza tralasciare niente, nemmeno, ovviamente, le prospettive economiche (la famiglia è un team occorre capire insieme come muoversi).

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Cambiare lavoro dopo la maternità si può, ma come?

Tantissime donne che si affidano ai miei percorsi di business coaching online, e moltissime stanno proprio percorrendo la strada della trasformazione dopo la maternità.

Un Paese che non ti supporta, economicamente e socialmente ( ci sono ancora tanti pregiudizi sociali del tipo “la mamma deve stare coi figli e stop” da abbattere), ti spingerà inevitabilmente a scegliere. E tante volte la scelta è restare passivamente a casa.

Per cambiare lavoro inizia a:

  • chiederti se hai un piano, e se non ce l’hai devi lavorare prima su questo punto;
  • poniti obiettivi a breve termine, e poi a lungo termine;
  • conosci e riconosci quali sono le tue debolezze, e agisci per trasformarle in punti di forza.

Se il tuo cambio di lavoro prevede il passaggio alla libera professione

Se questo cambio di lavoro prevede il passaggio alla libera professione dovrai anche ridefinire e cambiare probabilmente anche il tuo mindset (sai cos’è il mindset?).

Ti anticipo che non sarà una passeggiata, ma ti porterà una soddisfazione a cui adesso nemmeno osi sperare.

Ti occorrerà:

  • una buona gestione del tempo, nonostante l’imprevisto insito nella maternità (come organizzare il lavoro da casa con i bambini);
  • la voglia di metterti in gioco e se sei spinta davvero da una motivazione forte. Perché è faticoso, lo ammetto. Perché anche re-inventarsi è faticoso. 
  • esser disposta a rischiare, a muovere il primo passo, anche in un terreno tortuoso;
  • accettare il fallimento e farne tesoro e spinta ulteriore (non arrenderti ai primi ostacoli, perché non mancano mai);
  • pazienza e studio;
  • investimento (di tempo e denaro).

In ultimo

Qualunque sia il motivo di questo cambiamento, sappi che tutto è possibile, ma davvero eh! E io ne sono la prova, leggi subito tutta la mia storia sul mio primo libro: Libera, salti e altre storie.

Fammi sapere a che punto sei del tuo percorso e se anche tu, come me, sei una delle 3 mamme su 4 che sta cambiando lavoro dopo la maternità.

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