mappe mentali e concettuali

Mappe mentali e concettuali: cosa sono?

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Quando devi gestire tutto da sola (e se sei libera professionista sai di cosa parlo), compresa l’organizzazione del lavoro, del tempo e anche della creatività, hai bisogno di fissare dei passaggi che ti aiutino a strutturare la tua attività. In quest’ottica entrano in ballo anche le mappe mentali e concettuali, che non sono altro che un ulteriore strumento di supporto che puoi scegliere di utilizzare per organizzarti al meglio.

Attenzione però che mappe mentali e concettuali non sono esattamente la stessa cosa, ma al di là delle differenze semantiche, ti invito a riflettere sulla potenza che potrebbero avere nella gestione della tua vita professionale (anche se sono applicabili a tutti i campi, anche personali). Continua a leggere per scoprire come applicarle al meglio!

Qual è la differenza tra mappe mentali e concettuali?

Se sei curiosa di sapere qual è la differenza tra mappe mentali e concettuali, mettiti comoda, è solo l’inizio. Tieni presente, innanzitutto, che in entrambi i casi parliamo di “schemi visivi” che ci aiutano a:

  • elaborare concetti con immediatezza;
  • creare step di azione;
  • stabilire connessioni tra i passaggi;
  • ragionare sulle priorità delle azioni;
  • avere una visione d’insieme di un progetto;
  • districare per bene il flusso delle informazioni.

Il tutto molto più velocemente, in quanto, a livello visivo, veniamo subito colpiti dalla struttura schematica delle nostre mappe. Tra l’altro, già solo nel crearle, abbiamo l’opportunità di riflettere a fondo su ogni singolo punto.

Cosa sono le mappe concettuali?

Le mappe concettuali nascono intorno agli anni sessanta grazie a Joseph Novak, noto biologo statunitense che approntò questa soluzione visiva e schematica, sulla base delle teorie di Ausubel. Quest’ultimo, infatti, espresse per primo l’idea che un concetto, per essere appreso al meglio, avesse bisogno di diventare significativo agli occhi della gente, e dunque anche visivamente rilevante e facile da “catturare”.

Non a caso le mappe concettuali sono particolarmente adatte quando devi studiare qualcosa, per estrapolare al meglio tutte le sfaccettature della disciplina. Le mappe concettuali, risultano così molto più schematiche di quelle mentali (e tra poco ti spiego perché), riempiono lo spazio visivo in maniera solitamente verticale (proprio per la loro peculiarità), e i singoli tasselli non differiscono di molto nell’estetica (sia come colori che nelle forme).

In sostanza, è un modo per ricordare concetti e per “schematizzare” al meglio processi operativi e punti strategici di un progetto professionale (o di studio, o personale).

Cosa sono le mappe mentali?

Adesso che hai capito cosa sono le mappe concettuali puoi comprendere ancora più a fondo cosa sono le mappe mentali.

Devi sapere che l’impostazione tra mappe mentali e concettuali è ovviamente molto simile, ecco perché spesso vengono confuse tra loro. Pensa invece alle mappe mentali come qualcosa di più creativo rispetto a quelle concettuali che possiamo considerare alla fine ben più “schematiche”, quasi rigide.

La struttura di una mappa concettuale è in qualche modo sempre uguale a se stessa, ogni concetto segue l’altro per tempistiche o per importanza. Nelle mappe mentali, invece, entra palesemente in ballo l’elemento emotivo di un processo.

Lo puoi capire dai colori sempre diversi, dalle forme non per forza uguali, dai disegni che servono, non solo ad imprimere il concetto, ma anche ad evocarne:

  • intenzioni;
  • sensazioni;
  • aspettative e attese.

Mi piace quindi pensare alla mappa mentale come ad una mappa concettuale con il cuore, perché aggiunge alla testa le emozioni. Ti piace questa immagine?

Come si usano in modo efficace?

Ci sono tanti modi per utilizzare queste mappe, siano esse concettuali o mentali, ti racconto che cosa intendo io, e come mi aiutino ogni giorno a:

  • snellire il mio lavoro;
  • identificare processi;
  • analizzare le nuove idee creative che mi vengono in mente.
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Il foglio bianco

Carta e penna sono il primo step in assoluto, per me, ma tu puoi anche scegliere un tool (ti consiglio coogle) o un mix tra le cose. Insomma, non fossilizziamoci sul come, puoi assolutamente trovare il tuo modo, quello che ti fa sentire più a tuo agio.

Parto da un foglio bianco, al centro scrivo l’argomento su cui devo sviluppare l’idea, la domanda che mi sto ponendo, il progetto a cui sto pensando, il tema del copy che sto per scrivere. 

Il brainstorming

Individuato l’argomento in focus, posso partire con il vero e proprio brainstorming: tante frecce verso altre parole, altri concetti, altri approfondimenti. 

Questa è la fase creativa in cui butto davvero giù di tutto di più, senza preoccuparmi troppo della coerenza delle connessioni. È il momento che mi aiuta a buttar giù le idee, e a capire che strada voglio prendere per portare avanti il mio progetto. Il tutto accompagnato da semplici schizzi, post-it rafforzativi, evidenziatori colorati nei punti “caldi” dell’analisi progettuale.

L’analisi

Successivamente alla fase di brainstorming arriva infatti una fase di analisi: quella in cui mi fermo, osservo, approfondisco, e ancora una volta, con l’aiuto di pennarelli colorati ed evidenziatori, raggruppo i concetti. Qui, sostanzialmente, comincio a mettere ordine alle idee, e a trovare quei fili invisibili che mi permettono di guardare il mio quadro dall’esterno.

Il decluttering

La fase di decluttering (scopri come il decluttering ti aiuta nel lavoro e nella vita professionale) è la successiva: togliere per arrivare all’essenziale (dato che già il carico mentale è tanto, togliere è fondamentale).

Ma come, adesso devo cancellare? Si, qualcosa devi lasciar andare, perché quasi sicuramente non tutto quello che “hai buttato giù” funziona rispetto alla fase analitica di cui ti ho appena parlato. Ma credimi se ti dico che non hai affatto perso tempo, ne hai guadagnato in termini di qualità e spessore del tuo progetto.

La fine

Solo alla fine: prendo un nuovo foglio e scrivo ciò che rimane. Quando lo schema è più snello, benché colorato o con i disegni, si riesce a vedere un vero e proprio ordine, quell’ordine concettuale e significativo di cui parlava lo stesso Ausubel.

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Quali sono i vantaggi di questi strumenti?

Creare una mappa mentale o concettuale ha innumerevoli vantaggi e soprattutto ti aiuta a:

  • fare chiarezza tra gli step da percorrere; 
  • definire le priorità;
  • essere più focalizzata nel momento in cui inizio un processo creativo.

Il ruolo della creatività

Qual è il ruolo della creatività in tutto questo? È di certo un ruolo centrale: creo un nuovo corso, creo un nuovo servizio, scrivo un testo per il mio blog, una pagina di vendita per un mio cliente, un post per Instagram, la scaletta di un workshop. 

E le to do list (come si fa una to do list efficace?), o ancora la pianificazione giornaliera, mensile e annuale.

Ecco perché creatività ed organizzazione vanno di pari passo, sono due facce della stessa medaglia! Ci avevi mai pensato?

Definizione target

Creare mappe mentali e concettuali, è anche utilissimo per lavorare sul target: parti dalle macro definizioni per trovare strada facendo, una a una, tutte le peculiarità del tuo cliente ideale. È un po’ come lavorare con gli insiemi, dai grandi e generici fino ad arrivare a quelli sempre più specifici e ricchi di dettagli.

Ma io non le uso mai!

Se non cambierai mai abitudini, difficilmente produrrai altri cambiamenti, anche nell’attività professionale. Il “non l’ho mai fatto prima”, se ci pensi bene, è solo una scusa. Se invece cominci ad aprirti a piccoli cambiamenti, arriveranno anche risultati differenti. naturalmente è un discorso generico, non sto dicendo che devi per forza usare le mappe, dico solo che devi pur iniziare a far qualcosa.

Soprattutto perché la gestione del tempo professionale ne gioverà, e anche la definizione di obiettivi e strategie. Tutto questo impegno, mi aiuta a capire un argomento complesso, a dividere un obiettivo in step più piccoli, e a mettere ogni passo sulla linea del tempo. Ti sembra poco?

Se ti senti frustrata dall’idea di fare mille cose e non sai da dove cominciare, posso tenderti la mano ed accompagnarti in questo viaggio, ma ricorda, tutto parte da te, dalla tua voglia di metterti in discussione e fare anche cose diverse… come le mappe mentali. Che ne dici?

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